Monte Coazza (Dorgali, NU)
25 Maggio 2003
Stefano Pinna, Marco Barra
Il monte Coazza si trova in territorio di Dorgali, nei pressi del lago
del Cedrino ed è stato "tagliato" dal rio Flumineddu mentre i
contrafforti del Supramonte si elevavano verso l'alto.
All'interno del monte vi è un complesso sistema di gallerie scoperto e
rilevato dal Gruppo Ricerche Ambientali, dal Gruppo Speleologico Sassarese e dalla Federazione Speleologica Varesina e a cui è possibile accedere da
diversi ingressi.
Uno di questi è stato scoperto in seguito all'attività di una cava ora
in disuso ed è proprio da qui che abbiamo iniziato la nostra visita.
Dopo pochi metri dall'ingresso ci si affaccia ad un pozzo di una decina
di metri; proseguendo alti si imbocca una galleria di qualche centinaio
di metri che termina con una strettoia oltre la quale si apre un
ingresso in parete.
Alla base del pozzo iniziale vi è un buco sul pavimento che da accesso
ad una scura e fangosa galleria che termina dopo una ventina di metri.
Oltre il buco, in direzione dell'ingresso, la galleria termina con una
frana molto instabile provocata dalle esplosioni della cava.
Sul lato opposto invece si sviluppa il ramo più bello e lungo. La
galleria ha altezza variabile da un metro a più di 5 metri ed è
riccamente concrezionata: vi sono splendide vele, colonne, eccentriche,
cololate e stalattiti.
Il pavimento è costituito da tratti di fango secco e da altri di crostoni
stalagmitici che vibrano al passaggio e fanno rumore di vuoto. In alcuni
tratti questo pavimento è sfondato e si può vedere che in realtà siamo
sospesi su un crostone di 5-10 centimetri di pavimento!
A circa metà galleria è presente una stretta frattura laterale che
scende ai livelli più bassi e mette in collegamento con il resto del
sistema.
Proseguendo oltre si continuano ad attarversare splendide gallerie e
salette sino ad arrivare ad una galleria in leggera salita in cui ha
termine il ramo.
Al ritorno proviamo a seguire una diramazione un pò più alta e per un'altra via arriviamo al pozzo iniziale ma su un terrazzino a circa 3-4 metri dalla base.
Il tratto che abbiamo visitato è praticamenteprivo di acqua e molto
caldo, le pareti sono asciutte e non c'é traccia di stillicidio.
Eppure le tracce dello scorrimnto idrico sono evidenti e talmente belle
e conservate che non è difficile immaginare le gallerie in piena
attività, quando le acque provenienti dal rio Flumineddu attraversavano
la grotta in formazione.
Gli scallops e le condotte a pressione sono "congelate" e ricoperte da
un sottile strato di polvere dovuto allo sgretolamento della roccia, le
vaschette conservano al loro interno cristalli accuminati, ma sono ormai
vuote.
La grotta è davvero bella, ma come tutte le grotte fossili è molto fragile perchè ogni segno di degrado è assolutamente irreversibile. Ed è obbligo di chiunque la visiti conservarla intatta.
SP