Grotta L. Donini (Urzulei, NU)
14 Giugno 2003
Marco Barra*, Laura Sanna*, Stefano Schintu*, Stefano Pinna*, Carlo Masia*, Roberto Masia*, Davide Berluti*, Daniela, Mauro, Andrea, Alessandro.
*GSAS
Nel cuore del Supramonte, tra la vegetazione riarsa sul letto asciutto della codula Orbisi, si aprono dei piccoli pozzetti poco profondi che permettono di accedere ad una delle grotte più suggestive della Sardegna.
Abbiamo deciso di entrare di notte, sotto la luce argentea della luna che si riflette sul calcare. Una lunga processione di fiammelle avanza in fila indiana serpeggiando trai massi e in pochi minuti raggiungiamo l'ingresso.
Indossiamo le mute e le attrezzature speleo e superati due pozzi di una decina di metri raggiungiamo una prima galleria con numerose vaschette piene di acqua trasparente. Proseguendo arriviamo all'attacco di un terzo salto che ci permette di calarci dentro un ampio lago dalle acque scure e profonde. Le pareti sono levigate e prive di appigli e bisogna nuotare per un centinaio di metri prima di uscire dall'acqua gelida.
Il gruppo si sgrana lungo il lago e la galleria successiva, un'ambiente ampio e ricco di detriti trasportati dalla corrente durante le piene improvvise. Dato che dalle retrovie non arriva nessuno ho tempo per osservare la numerosa fauna che abita questo tratto della grotta: insetti, isopodi, chilopodi, vermi e persino un grosso topo!
Degli altri ancora nessuna notizia, così torno indietro e scopro che recuperando la corda sulla quale ci siamo calati (in corda doppia), questa si è incastrata e non si riesce a liberarla. Alla fine bisognerà tagliarla.
Una volta riunito il gruppo riprendiamo superando un breve salto e dopo un pò la galleria si allaga nuovamente e bisogna procedere a nuoto per un altro centinaio di metri. Stavolta il lago è più stretto ma sempre molto profondo.
In molti tratti sul soffitto è possibile notare degli strati di conglomerato ben cementato, segno che la grotta ha attraversato momenti di scarsa attività seguita da un ringiovanimento che dura tutt'ora.
Incastrati nei punti più stretti del torrente sotterraneo o in mezzo ai grossi massi di frana si notano dei grossi tronchi d'albero, tanto che a momenti sembra di stare sul letto di un torrente alla luce del giorno e non sotto decine di metri di calcare!
All'improvviso la grotta si fa molto ampia e l'acqua scorre bassa in piccole pozze o trai ciottoli. Sulla nostra testa una quantità impressionante di pipistrelli svolazza vorticosamente e nelle pozze delle strane larve di insetti sguazzano incuranti della nostra presenza. Al termine del lungo salone riprendiamo a nuotare in un ambiente largo pochi metri in cui si sente una forte corrente d'aria. E dietro un'ansa, mentre siamo ancora immersi nell'acqua, ci appare una stretta frattura verticale da cui filtra una tenue luce dall'esterno. Superiamo una grossa marmitta e ci caliamo all'esterno attraverso "su Cunnu e S'ebba". Risaliamo il pendio e dopo un'abbondante colazione passiamo tutto il giorno a riposare nella spiaggia di Cala Fuili.
SP