S'Edera: oltre la frana "terminale"
15-17 Agosto 2003

Marco Barra, Laura Mulas, Stefano Pinna, Salvatore Porcu, Giacomo Satta, Stefano Schintu

 

L'ingresso della grotta di S'Edera si trova sul confine meridionale del supramonte, al contatto tra gli scisti impermeabili che formano il massiccio del Gennargentu e la dolomia di punta Ispignadorgiu. Poco distante dalla frattura che consente di accedere alla grotta si trova una depressione dove vengono assorbite le acque provenienti dall'ampio bacino a monte.
La grotta fu esplorata per la prima volta verso la metà degli anni '60, per uno sviluppo complessivo di 2795 metri. Nell'arco di questi anni numerosi gruppi hanno cercato di superare la frana "terminale" ma solo dopo 37 anni un gruppo di speleologi è finalmente riuscito nell'impresa.
Il superamento della frana è il frutto di un notevole lavoro compiuto dal GGC CAI negli anni '90: grazie a un'esplorazione sistematica sono stati trovati dei rami fossili che hanno portato lo sviluppo della cavità a oltre 6 chilometri e hanno permesso di trovare delle zone adatte a far campo all'interno della grotta: considerando le difficoltà tecniche di questa cavità i vantaggi di poter dormire all'interno sono stati determinanti per poter superare la frana terminale. Ulteriori esplorazioni sono tutt'ora in corso e c'è da aspettarsi che lo sviluppo della cavità possa crescere di diversi chilometri.

Alla luce di tutte queste novità esplorative abbiamo deciso di visitare la grotta con l'intento di superare la frana terminale. Partiamo da Sassari il 15 sera, e mentre ci prepariamo per entrare incontriamo due speleosub francesi che l'indomani si immergeranno al sifone di sa Funga 'e s'Abba: ci raccontano che dopo un sifone di proporzioni ridotte hanno trovato ambienti ampi e che l'indomani ne avrebbero continuato l'esplorazione.

Noi entriamo in grotta alle 11 e raggiungiamo senza grosse difficoltà la zona del campo allestita nel Cammino di Mondo. Ci mettiamo subito a mangiare e l'indomani prepariamo gli zaini diretti alla frana terminale. Raggiungiamo la confluenza di sa Funga 'e s'Abba e proseguiamo ancora per un poco prima di dividerci: un gruppo proseguirà verso la frana mentre gli altri 3 torneranno al campo.
Seguiamo il fiume in un'ampia galleria in parte ostruita da grossi massi di frana e poi risaliamo su dei grossi massi ricoperti d'argilla sino a giungere ad una corda.
Alla sommità percorriamo dei rami fossili inizialmente pieni d'argilla ma poi riccamente concrezionati. Superiamo un'altra corda in salita e poi una in discesa, una pericolosa disarrampicata cui segue un traverso e subito dopo ha inizio il tratto in frana.

Nella zona del passaggio la frana è composta da massi di varie dimensioni, tutti piuttosto levigati, ad indicare che durante le piene l'acqua allaga completamente questa zona. Seguiamo la sagola tra strettoie e passaggi semiallagati, e non riusciamo quasi mai a tenere lo zaino sulle spalle.
Proseguiamo per più di un'ora attraverso i massi fino ad un passaggio con evidenti segni di disostruzione. L'acqua è torbida, opalescente, e durante la prosecuzione la sentiamo sempre scorrere sotto di noi.
Ancora pochi metri e il rumore dell'acqua si fa più forte: siamo arrivati ad una confluenza, la frana è finita!

La nuova galleria è piuttosto ampia ed è percorsa da una notevole quantità di acqua. A monte spiccano dei grossi massi di calcare bianchissimo, con la superficie piena di scallops. Il passaggio è parzialmente ostruito da una frana. A valle la galleria è semi allagata, piuttosto ampia e priva di concrezioni.
Sappiamo che ci sono ancora molte gallerie, ma per questa volta non possiamo più andare avanti. Ci fermiamo per fare qualche foto e per mangiare qualcosa. Sono le 11 di notte del 16 Agosto. Il rientro è più agevole in quanto non perdiamo tempo a cercare i passaggi e in qualche ora rientriamo al campo base dove ci aspettano gli altri.
Cena a base di tortellini con la panna e poi tutti a nanna sotto la providenziale tenda messa in piedi dai Cagliaritani e dai Francesi. Dopo aver riposato e mangiato ci avviamo verso l'uscita e facciamo giusto in tempo per vedere il sole che tramonta.

Anche se abbiamo fatto campo all'interno siamo piuttosto stanchi, e anche se puntualmente ci ripromettiamo che sarà l'ultima volta che facciamo un'uscita simile, personalmente ho già voglia di rientrare, seguire il fiume oltre la frana, esplorare i rami fossili, strisciare nelle strettoie, cercare il passaggio giusto per arrivare un po' più in là, dove nessuno ha ancora messo piede.

SP


Cammino di Mondo
 

Confluenza oltre la frana
 

Confluenza oltre la frana
 

Il gruppo al completo
da destra: Giacomo, Salvatore, Stefano S., Marco, Laura, Stefano P. 

(Fotografie: Stefano Schintu, Stefano Pinna, Giacomo Satta)

Attività 2003