Sotterraneo di Piazza Fiume (Sassari)
8 Febbraio 2005
Laura Sanna, Stefano Schintu
Stanchi e anche un po’ assonnati dopo una giornata troppo piena, oggi ultimo giorno di carnevale sembra brutto chiudersi a casa e allora si esce dal teatro della nostra quotidianeità per immergersi nel giallognolo dei vicoli del centro, a passeggiare nella ricerca di un ruolo nuovo. Quale sarà? Lo ignoriamo, ma sulla linea di una simpatica chiaccherata, lo scopriamo presto e non è mica così tano nuovo!
Senza bisogno di indossare una maschera stiamo al gioco che in questa fredda notte di febbraio la città ci propone: un buco, intravisto oltre uno spiraglio, dentro il cuore sventrato di una piazza.
Giù per terra tra l’asfalto grigio e le estremità acuminate delle transenne che delimitano il cantiere, sfrontati sotto un autoritario cartello che dice “Divieto di accesso” ed allora veloci tra massi e caterpillar per nasconderci dentro il vuoto, fuori dalla vista indiscreta dei passanti.
Ormai quasi completamente distrutta, una galleria articolata di un centinaio di metri, sotto un banco marnoso friabile e tenero, butta fuori nero su bianco un pezzo della nostra storia, a metà tra passato e presente.
Si tratta di un rifugio antiaereo della Seconda Guerra Mondiale, e si intravedono ancora gli antichi ingressi sepolti sotto il bitume, l’impronta distinta dei graffi di una ruspa, il filo conduttore che illuminava giornate ormai lontane e il segno chiaro, forse un po’ eccentrico, di chi le ha vissute.
Gli ambienti suborizzontali, ampi, a tratti tamponati e rinforzati sulle pareti e sulla volta, raccontano: ci sembra quasi di sentire il tonfo sordo dei bombardamenti. Per fortuna sono solo le auto che corrono fuori lungo la strada, dieci metri sopra di noi!
Qualcuno ci ha notato, sorpresi ad entrare in questo underground, ed ogni suono di sirena distante, sembra si avvicini troppo, quasi a immaginarci ingenuamente in manette a spiegare, bussola e decametro alla mano, che stiamo solo disegnando qualcosa che domani non ricorderemo, come un sogno al risveglio, cancellato dalla memoria.
Laura Sanna