Gemellaggio Sassari - Salisburgo
Giugno 2004

Dopo dieci anni di storia l’ormai più che adolescente Gruppo Speleo Ambientale Sassari, apre le proprie esperienze a realtà speleologiche internazionali e con tradizioni addirittura centenarie. È il caso del gemellaggio occorso tra il G.S.A.S. e il Landesverein für Höhlenkunde in Salzburg - Austria (per farla comprensibile è il gruppo speleo di Salisburgo!).
Siamo stati contattati grazie al sito internet ottimamente gestito dal nostro speleo-webmaster Stefano Pinna. A dir la verità i primi tentativi di contatto sono andati a vuoto, ma il 28/05/2004 mi giunge una telefonata da parte di un antiquario (italiano) collega di Walter K. (Ultra decano della speleologia austriaca): uno dei più importanti gruppi austriaci, con tradizione centenaria, vuole approfittare di una vacanza in Sardegna (7 giorni) per compiere uno scambio interculturale tra due realtà speleologiche diverse e lontane. Da una parte le nostre grotte, concrezionate, non eccessivamente fredde, talvolta un po’ strette (per qualcuno), incastonate in un paesaggio tipicamente mediterraneo; dall’altra grotte con temperature medie intorno al grado centigrado, con concrezioni di ghiaccio su cui si fa speleo-alpinismo, con profondità ben oltre il Km e avvicinamenti prettamente alpini.

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Primo contatto Lunedì 7 giugno ore 14.00 per risolvere alcuni problemi logistici, ma da subito, dopo le presentazioni di rito e una buona birra austriaca ghiacciata, siamo andati insieme in grotta. Tempo mezz’ora e una piccola delegazione di noi e loro, aveva già i caschi carburati e le tute infilate per entrare alla Grotta del Sorel - Alghero. Sono rimasti subito rapiti dalla bellezza delle concrezioni della grotta, a tal punto da esaurire i rullini dentro la grotta stessa, prima di superare il grande lago. Speleo abituati a viaggiare in grotte a 0°C, hanno accusato un po’ il caldo dentro una grotta come la GEA, ma sono usciti veramente contenti e soddisfatti. Dopo una breve rinfrescata e l’organizzazione logistica del gruppo, ci siamo ritrovati in sede al G.S.A.S. dove è stata allestita una tipica speleo arrostita sarda (servono altre descrizioni?) Gli austriaci hanno proiettato delle diapositive scattate nelle loro grotte e noi ci siamo lucidati gli occhi con le loro montagne, le loro concrezioni di ghiaccio, e ascoltato i racconti delle esplorazioni in quei bei posti. Altrettanto abbiamo fatto noi con diapositive delle nostre grotte. È stato molto importante lo scambio delle riviste e dei bollettini che aimè non sono molto comprensibili a noi perché scritti in tedesco ma che raccontano tanti anni di vita speleologica. Dopo brindisi e discorsi vari gli austriaci si sono ritirati alla volta del loro alloggio.

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Il Mercoledì successivo, siamo stati invitati presso il loro alloggio per una “controcena” in stile speleo-austriaco. A dir la verità non credo abbiano trovato tutti gli ingredienti che avrebbero voluto, ma la cenetta che ci hanno fatto trovare era particolare, a base di carne, patate, salsine strane… etc. Non è mancato anche qui l’occasione di parlare di grotte, di disostruzioni ed esplorazioni, avendo anche la possibilità di vedere foto e un filmato girato a Mesu Monte.

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Per il fine settimana ci spostiamo nella zona di Dorgali e più precisamente nella grotta di Sos Jocos. Lasciamo le macchine nei pressi della chiesetta di San Giovanni su Anzu e ci fermiamo un pò davanti al fiume che esce dalla grotta omonima, purtroppo chiusa da un cancello. Visto che siamo in zona andiamo a vedere le terme di Su Anzu, e infine indossiamo le tute e i caschi e ci incamminiamo per la grotta. L'ingresso è nascosto tra una selva di rovi ma è semplice da raggiungere. Ma evidentemente in Austria non sono abituati a questo genere di ingressi, e gli altri esitano un pò prima di passare tra le spine. Siamo in 14, e illuminiamo molto bene gli ampi saloni e le concrezioni di cui è ricca la grotta. Ogni tanto ci fermiano a fare foto e a parlare dello sviluppo labirintico della cavità e della sua giunzione con la grotta di San Giovanni e con quella di Ispinigoli. Usciti dalla grotta partiamo alla volta di Su Gologone. C'è un bel fresco e ne approffittiamo per mangiare pane e salsiccia. Poi andiamo a vedere Sa Oche, sino all'inizio del lago (ma qualcuno và un pò oltre, nonostante l'acqua sia gelida). Infine visitiamo l'ingresso di Su Bentu, che soffia "quasi come il nostro -1500", mi dice Spike, il presidente del gruppo. Le ultime ore di sole le passiamo in spiaggia a Fuili, per un bagno tonificante con un paesaggio che riscuote un grande successo tra gli austriaci. La sera mangiamo un pizza a Calagonone e parliamo di speleologia e di speleologi.

Dopo la cena non ci resta che salutarci, accogliendo l’invito dei nostri amici austriaci, ad andare dalle loro parti per visitare quelle grotte così profonde, così fredde e così diverse dalle nostre, per completare quest’esperienza che ci ha fatto, ancora una volta, un gradino più grandi.

Marco B.

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