Sos Ostis
Durante un'escursione di trekking nel Supramonte innevato, Marco e Laura notano un punto privo di copertura nevosa. Dopo aver spostato alcune pietre č possibile avvertire una corrente d'aria calda che soffia dall'interno. Le grida di Marco richiamano tutti attorno al buco che all'inizio č davvero stretto. Ma in pochi minuti di disostruzione riusciamo a rimuovere due grossi massi e allargarlo abbastanza da permetterci di entrare. Scendiamo per circa 3 metri sino ad una saletta con un pavimento ricoperto di detriti. Sul fondo si apre un buco impraticabile che il pietrometro indica essere molto profondo: l'entusiasmo cresce!
Superiamo una breve strettoia che si affaccia su un pozzo di cui non riusciamo a vedere il fondo, e proseguiamo sino ad una seconda stanzetta ricca di concrezioni e sul cui pavimento si trova una grossa vasca piena d'acqua. Su un lato un cono di detriti che risale verso l'alto indica la presenza di un ingresso occluso, che in effetti identifichiamo all'esterno come un punto privo di neve lungo la chiarissima frattura su cui č impostata la grotta.
Esplorazione
La settimana seguente ritorniamo in forze per armare e scoprire cosa si cela sul fondo del pozzo di cui nemmeno le lampade alogene hanno permesso di vedere il fondo.
La voglia di scendere č tanta, e mentre Marco pianta lo spit cresce la curiositā. Il pozzo č impostato su una ampia frattura con delle pareti molto lisce. Scendiamo per circa 30 metri sospesi nel vuoto e superato un secondo salto di 5 metri la frattura diviene stretta e ingombra di grossi massi e detriti. Le pareti sono come grattugie che ci complicano terribilmente l'avanzata ma tra una strettoia e l'altra riusciamo a scendere per un'altra decina di metri. Tira aria, ma per il momento dobbiamo fermarci qui.